La creatività può essere allenata?

La creatività può essere allenata?

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Possedere una buona funzionalità mentale e una discreta intelligenza sono precondizioni necessarie per il lavoro creativo, ma sappiamo che non coincidono esattamente con l’essere creativi.

Uno studio svolto dall’università dell’Oklahoma, assai citato, dice che per migliorare la creatività conviene comunque lavorare sulle facoltà cognitive ma, soprattutto, su quelle euristiche: in sostanza, sui modi (più o meno automatici, più o meno originali) in cui osserviamo e analizziamo le cose e ci mettiamo in relazione con il mondo. È un approccio che mi sembra del tutto sensato: ci ho perfino fatto un libro, che propone esercizi di creatività e scrittura.

Psychology Today chiarisce ulteriormente: il potenziale creativo sembra dipendere per non più del 10 per cento dalla componente genetica individuale. I tratti di personalità (per esempio l’apertura all’esperienza) sono invece importanti.

Quindi, la capacità creativa si sviluppa grazie a tutto quanto contribuisce a sviluppare un atteggiamento mentale aperto, fatto di curiosità, sensibilità estetica, reattività al cambiamento, rifiuto dell’autoritarismo e del pregiudizio. Ma la creatività, in qualsiasi campo, non può prescindere dalla competenza e, quindi, chiede esercizio costante e anche qualcosa di più: una pratica deliberata e intensiva.

Insomma, bisogna esporsi a stimoli nuovi, eterogenei e sfidanti, essendo disposti ad accoglierli e a elaborarli. E certo, si può anche decidere di modificare le proprie abitudini cominciando a lavarsi i denti con la mano sinistra (o con la destra se si è mancini), ma questo è solo un esempio, e forse nemmeno il migliore, del fatto che darsi un vincolo di qualsiasi tipo incoraggia sempre e comunque la ricerca di nuove strategie.

Se volete divertirvi con un bizzarro elenco di proposte per migliorare la creatività, qui ne trovate 36 (per esempio: gesticolate con entrambe le mani. Oppure: guardate qualcosa di verde o di blu).

Un suggerimento importante riguarda, invece, il dormire abbastanza: è ormai dimostrato, anche se i meccanismi non sono ancora del tutto chiari, che il sonno profondo migliora le prestazioni creative.

Da “Nuovo e utile. Teorie e pratiche della creatività”
di Anna Maria Testa